Per i bimbi autistici l'aiutoarriva dall'acqua

AOSTA. La chiamano Tma, ovvero Terapia multisistemica in acqua, in Valle si pratica dal 2010 e si sta rivelando un successo. L'obiettivo è aiutare i bambini autistici; per farlo si è scelto un ambiente diverso dai classici ambulatori, la piscina. Nel 2009, quando la Tma è arrivata in Valle, erano 5 i bambini seguiti in questo modo, visti i risultati sempre più famiglie l'hanno richiesta e oggi il numero è salito a 15, con altri piccoli autistici in lista d'attesa.

Il punto della situazione è stato fatto ieri, in un incontro organizzato dall'assessorato della Sanità e dall'Associazione valdostana autismo. La terapia è nata circa 20 anni fa e usa l'acqua per attivare emozioni, sensi e movimento. Il rapporto, tra bambino e educatore o terapista è di uno a uno. Christian Varone, presidente dell'Associazione autismo, crede molto nel progetto: «Mio figlio ha fatto la Tma e i risultati ci hanno stupiti».

Tra gli aspetti più apprezzati e positivi il fatto che i piccoli si trovino a interagire con i loro pari, a confrontarsi e giocare con i bambini che frequentano la piscina. «Oggi aggiunge Varone - mio figlio segue i corsi di nuoto classici, quelli dei bambini normali».

Presente anche Albert Lanièce che da assessore ha appoggiato l'attivazione della terapia in Valle. «I risultati sono molto soddisfacenti - ha detto Paola Davico, dirigente dell'assessorato -, lo dimostrano le relazioni che riceviamo, ma basta meno: è sufficiente vedere come reagiscono questi bambini in acqua per capire che serve».

All'incontro c'era anche Paolo Maietta, psicologo cognitivo che vent'anni fa, con due colleghi, ha messo a punto la Terapia multisistemica in acqua. «Tra gli aspetti più positivi - ha detto - c'è il contesto. I bambini si trovano in un contesto normale, con altri bambini».

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