Stabilità, taglio all'accompagnamento disabili: "Da approfondire''

Ancora incerto l'inserimento nel testo finale dei limiti di reddito all'indennità di accompagnamento. Il ministro D'Alia conferma che il blocco interesserà "redditi alti" ma parla di una "discussione articolata" nel Consiglio dei ministri e di una misura ancora "oggetto di approfondimento".

ROMA. Il taglio alle indennità di accompagnamento inserito finora in tutte le bozze della legge di stabilità è “oggetto di approfondimento”: della misura si è parlato a lungo nel Consiglio dei ministri di martedì scorso, ma a distanza di due giorni non c’è ancora la certezza definitiva che la misura che lega ad un limite reddituale la concessione o meno della provvidenza per le persone non autosufficienti sia effettivamente presente nel testo che il governo invierà al Parlamento. Le resistenze sono molte, così come alto è il rischio di ricadere negli errori fatti negli anni passati, con misure relative all’invalidità prima annunciate, poi alleggerite e infine ritirate sull’onda delle proteste delle principali associazioni di persone con disabilità.

Che il governo sia consapevole di tutto questo lo dice uno dei suoi componenti, il ministro per la Pubblica Amministrazione Gianpiero D''Alia, che intervenendo questa mattina in televisione a “Coffee Break”, su La7, ha affermato che sul tema “la discussione in Consiglio dei ministri martedì sera è stata molto articolata, perché il tema è delicato e su di esso non si può giocare”. “La questione – ha precisato subito – ha riguardato solo ed esclusivamente, ed è oggetto di approfondimento, gli assegni di accompagnamento di coloro che hanno redditi da 60 – 80 mila euro annui”. Un provvedimento che “riguarda solamente le fasce più alte” ed è volto “a garantire alle fasce di reddito più basse di poter avere un servizio più ampio”. D’Alia ha smentito categoricamente che il limite reddituale sia attestato sui 40 mila euro di reddito (erano le cifre delle primissime bozze della legge, quelle su cui già prima del Consiglio dei ministri di martedì le associazioni delle persone con disabilità erano intervenute con argomenti molto critici) e ha confermato invece le cifre di 60 mila euro (reddito personale) e 80 mila euro (reddito cumulato con quello del coniuge). Se dunque è certo che in Consiglio dei ministri se ne è parlato, è altrettanto certo che sulla questione è stato chiesto un approfondimento che potrebbe anche portare all’eliminazione della misura dal testo definitivo.

Il problema, come faceva notare già la Fish (Federazione italiana superamento handicap) è che “chi ha elaborato la bozza dimentica che quella provvidenza ha una natura indennitaria, che è l’unico livello essenziale certo riconosciuto alle persone con disabilità e che una persona anziana, con grave disabilità, spende gran parte delle sue risorse, spesso intaccando il patrimonio, per garantirsi un’assistenza che lo Stato non offre”. Un ragionamento condiviso da molti parlamenti di entrambi gli schieramenti, che già si preparano a combattere la norma se questa arriverà all’esame delle Camere.

La norma discussa in Consiglio dei ministri prevede che “nelle more di una complessiva revisione degli istituti assistenziali”, a partire dal 1° gennaio 2014 chi fa domanda di indennità di accompagnamento dopo il compimento dei 65 anni la riceverà “a condizione che possieda redditi personali assoggettabili all’imposta sul reddito delle persone fisiche di importo annuale pari o inferiore a 60 mila euro se non coniugato”, oppure, se coniugato, in presenza di “redditi cumulati con quelli del coniuge di importo pari o inferiore a 80 mila euro”. Limiti che ogni anno saranno rivalutati sulla base dell’indice dei prezzi al consumo dell’anno precedente. Per quanti già usufruiscono oggi dell’indennità di accompagnamento, invece, la norma in legge di stabilità prevede che continuino a usufruirne anche in presenza di redditi annui superiori a quelli segnalati, ma che in tal caso sia bloccato il meccanismo di rivalutazione automatica delle prestazioni. Quindi, in breve: chi chiederà l’indennità a partire dal 1° gennaio non potrà averla se i limiti di reddito previsti vengono superati; quanti invece la prendono già oggi o la otterranno entro la fine del 2013 se superano i limiti fissati continueranno comunque a riceverla, anche se a importo bloccato. A tal proposito, va ricordato che l’importo per l’anno 2013 è di 499,27 euro e che grazie alla rivalutazione annuale la cifra sale di una manciata di euro ogni anno (nel 2012 l’importo era di 492,97 euro).

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