«Ho un bimbo autistico, ridicole 2 ore al giorno»

ROMA. «I miei figli che hanno entrambi problemi psichici molto seri da due anni hanno solo 11 ore settimanali di sostegno. Circa due ore al giorno; è ridicolo». «Dalle sette ore dell’anno scorso alle 11 ore di quest’anno, in più una nuova bambina con altre 11 ore nella stessa classe, inoltre ci sono altri compagni che non hanno il sostegno, ma hanno problematiche non riconosciute ma evidenti». «Oggi sono stata avvisata al telefono che ancora non hanno gli insegnanti di sostegno per molti bambini e mia figlia è tra quelli». Sono alcuni dei racconti delle mamme che si rincorrono su Facebook.
«Nessuna disabilità può essere causa di esclusione», sostiene Salvatore Nocera, vice presidente della Fish, una delle due federazioni delle associazioni di disabili in Italia. L’assenza degli insegnanti di sostegno è la cosa che più lo manda su tutte le furie. «Le scuole che chiamano le famiglie dicendo che devono andare a riprendere i figli perché non ci sono gli insegnanti di sostegno non lo tollero. Assolutamente non devono andare. E se proprio vogliono farlo io dico di andare accompagnati dai Carabinieri e di far verbalizzare la richiesta».
Ma il nodo non è solo con gli insegnanti di sostegno. C’è il problema degli assistenti educativi. «Gli Enti locali non sanno come fare per coprire questa spesa. Parliamo di figure che non sono complementari ma indispensabili all’integrazione scolastica. E le scuole, quando mancano, risolvono spesso mettendo gli alunni tutti assieme creando delle classi speciali. Ma il diritto allo studio non può essere ridotto a causa dei problemi di bilancio. Per questo molti genitori stanno iniziando a ricorrere alle vie giudiziarie per tutelare i propri figli».
L’Integrazione. Come raggiungerla secondo lei nelle aule?
«In questi ultimi 15 anni l’accento è stato posto sul sostegno, come se fosse l’unica risorsa per l’integrazione. Soprattutto alle medie e alle superiori si delega tutto ai docenti di sostegno. Ma invece occorre puntare sugli insegnanti comuni che devono essere sostenuti dagli insegnanti di sostegno». Ma gli alunni con disabilità richiedono anche delle competenze specifiche. «Il problema è che manca la formazione. Il ministero deve investire in questa direzione. Finché non si renderà conto che è necessario preparare tutti gli insegnanti per gli alunni con disabilità, spenderà molto di più di quanto spenderebbe facendo fare la formazione ai docenti».

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