Bambini disabili in Italia: "Invisibili alle statistiche, alle politiche e alle società "

Secondo il Rapporto Unicef, mancano definizioni, metodologie e indicatori comuni. A livello nazionale, Miur e Istat le fonti principali: aumentano gli studenti disabili e gli insegnanti di sostegno, al Sud ancora molte barriere nelle scuole

ROMA. Dati non aggiornati, impossibili da accorpare e comparare a livello internazionale, per mancanza di indicatori, metodologie e definizioni comuni: così i bambini e gli adolescenti disabili “sono troppo spesso invisibili nelle statistiche, nelle politiche, nelle società”: è quanto emerge dal rapporto su “La condizione dell’infanzia nel mondo 2013. Bambini e adolescenti con disabilità” presentato oggi dall’Unicef. In particolare, per quanto riguarda la definizione stessa di disabilità, questa “è rimasta per molto tempo basata prevalentemente sull’aspetto medico”.
Per quanto riguarda l’Italia, in generale emerge una carenza di politiche e servizi di qualità, quindi “limitate opportunità di partecipare all’interno delle comunità”. I dati riferiti dal rapporto sono tratta da indagini nazionali indipendenti, che non possono quindi essere confrontati tra loro.

Miur. Secondo i più recenti dati del ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2011-2012 gli studenti con disabilità erano 215.590 unità contro i 208.521 dell’anno precedente. Dall’andamento relativo alle certificazioni di disabilità, si è rilevato che, dal 2000/2001 al 2010/2011, queste sono aumentate del 51%, passando dai 126.994 dell’anno 2000/2001 ai 208.521 del 2010/2011. Per quanto riguarda il numero degli insegnanti di sostegno, negli ultimi due anni si è passati dalle 96.089 unità del 2010/2011 alle oltre 98.000 dell’anno successivo, vale a dire dal 12,1% al 12,8% rispetto all’intero corpo docente.

Istat-Miur. In base all’indagine su “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, statali e non statali”, pubblicata nel 2013 in collaborazione con il Miur e riferita all’anno scolastico 2011/2012, sulla base di informazioni ricevute da 23.222 scuole primarie e secondarie di primo gradi, gli alunni disabili rappresentano circa il 3% del totale: 81.000 sono iscritti alla scuola primaria, poco più di 63.000 nella secondaria di primo grado. Prevale la disabilità mentale, che interessa circa il 36,3% dei ragazzi nella scuola primaria e il 42,9% di quelli della scuola secondaria. Nella scuola primaria si registrano anche disturbi dell’attenzione, del linguaggio e dell’apprendimento, che riguardano rispettivamente il 27,0%, 24,7% e il 20,1% degli alunni con disabilità. Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, il Miur ne conta poco più di 65.000. Al Sud si registra il maggior numero medio di ore di sostegno assegnate per alunno (12 ore medie settimanali, contro le 9 del Centro-Sud) e il minor numero di ore prestate dall’assistente educativo (poco più di 5 ore, contro le quasi 13 del Nord). Circa il 9% delle famiglie degli alunni risulta aver fatto ricorso per ottenere un aumento delle ore di sostegno. Appena la metà degli alunni disabili partecipa alle attività extra-scolastiche e solo il 16% ai campi scuola (15% nella scuola primaria, 17% nella secondaria). Infine, per quanto riguarda le barriere architettoniche, aumenta lentamente il numero di scuole primarie e secondarie che ne hanno ridotto il numero. Le scuole accessibili sono soprattutto al Nord (85,1% delle primarie, 91,9% delle secondarie), mentre al Sud solo il 73.8% delle primarie e l’85,2% delle secondarie è senza barriere.

Presidi residenziali. Secondo l’indagine Istat “ I presidi residenziali socio -assistenziali e socio-sanitari al 31 dicembre 2010”, il numero dei minorenni con disabilità ospiti di presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari sono poco più di 3.000, ovvero circa il 15,7% dei 19.323 minorenni ospiti di queste strutture.

 

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