Asperger, questa sconosciuta

MILANO. Punta a fare rete l’Associazione sindrome di Asperger (Asa), che si occupa delle persone con questa condizione che viene annoverata tra i disturbi dello spettro autistico, ma che è spesso di difficile diagnosi. Ieri un convegno all’Umanitaria ha esplorato criticità dell’assistenza e del sostegno alle famiglie, proponendo esperienze virtuose in campo scolastico e lavorativo. E l’assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani, ha voluto manifestare il sostegno delle istituzioni. La rete di cui Asa si fa promotrice punta a favorire la diagnosi precoce: infatti, spiega l’associazione, «la variabilità di presentazione della sindrome di Asperger (Sa) è molto ampia, da casi con evidente disabilità, a situazioni in cui le anomalie sono estremamente sfumate, difficilmente individuabili; di frequente le persone con Sa appaiono semplicemente bizzarre, a volte geniali, perse nei propri pensieri, solitarie». I progetti dell’associazione vanno da corsi per neuropsichiatri, psichiatri, psicologi e pediatri a quelli per insegnanti ed educatori; da corsi per l’inserimento lavorativo allo sportello d’ascolto. «Si punta a migliorare la qualità della vita delle persone con questa sindrome – spiega Milena Polidoro, presidente di Asa – con l’obiettivo di trasformare una condizione di disabilità in una condizione di normalità in funzione del potenziale proprio di ogni singolo individuo, fornendo servizi e assistenza personalizzate». L’assessore Mantovani ha assicurato che «come Regione ascolteremo e approfondiremo quanto emergerà anche da questo convegno con l’obiettivo di lavorare insieme e fare rete». E ha ricordato che la nuova edizione del Dsm V (il manuale dei disturbi della salute mentale) annovera la Sa tra le manifestazioni autistiche: «Questo comporterà più possibilità della ricerca e delle possibilità di intervento».
 

 

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