Gli autistici, nuovi maghi del software

BERLINO. Spesso hanno delle straordinarie capacità in alcuni campi specifici, dalla musica alla matematica, possono memorizzare lunghe serie di dati, svolgere per ore dei compiti ripetitivi senza commettere errori o scovare incongruenze là dove altri non si accorgerebbero di nulla. Eppure di frequente gli autistici sono tagliati fuori da un mercato del lavoro che non tiene sufficientemente conto delle loro esigenze: in Germania quelli che riescono a trovare un posto regolare dovrebbero essere all’incirca il 5%.

Ora, per la prima volta, una grossa azienda tedesca tenta una nuova strada: Sap, la più grande società di software in Europa, vuole assumere centinaia di persone affette da autismo, impiegandole come programmatori, collaudatori di software e specialisti nel controllo della qualità dei dati. Entro il 2020 l’1% dei 65.000 impiegati del gruppo dovrebbero essere soggetti con disturbi autistici, ha comunicato la società. Un dato scelto non a caso: secondo alcune stime gli autistici rappresentano proprio l’1% della popolazione complessiva.

«Cerchiamo persone che pensano in modo differente», ha spiegato il capo del personale, Luisa Delgado: «Sap può affrontare le sfide del ventunesimo secolo soltanto se impieghiamo dipendenti che pensano diversamente e promuovono in tal modo le innovazioni». La società spera che le qualità che contraddistinguono non di rado gli autistici – dall’estrema precisione all’attenzione per i dettagli - possano contribuire a rafforzare la capacità d’innovazione del gruppo. Una speranza basata su esperienze concrete: insieme a Specialisterne, un’azienda danese che vuole facilitare l’assunzione di autistici nel settore informatico ed è controllata da una fondazione che punta a creare un milione di posti di lavoro per persone autistiche, Sap ha già elaborato due progetti sperimentali, in India e in Irlanda.

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