Jacob, 14enne autistico «destinato» al Nobel

A 4 anni creava sequenze logiche con naturalezza, senza rendersene conto. La madre: «Da piccolo pensava il mondo troppo nel dettaglio, così sembrava che non pensasse affatto».

MILANO. Jacob Barnett, adolescente americano, ha 14 anni ed è destinato al premio Nobel per la fisica. Di professione è ricercatore di matematica quantistica. Quando aveva 2 anni gli è stata diagnosticata una grave forma di autismo ed è stato inserito in un programma di insegnamento speciale. Il suo problema? «Pensava il mondo troppo nel dettaglio, così sembrava che non pensasse affatto - ricorda la madre del teenager, Kristine Barnett, che ha di recente pubblicato il libro "The spark. A mother’s story of nurturing genius" ("La scintilla. La storia di una madre che ha cresciuto un genio") -. I medici al tempo mi dissero che sarebbe stato un buon risultato se Jacob fosse riuscito ad allacciarsi le scarpe o a leggere un libro».

SEQUENZE. A 3 anni e mezzo la svolta: Jacob e la mamma vanno in gita in un piccolo planetario di paese, e un professore chiede ai bambini di spiegare alcune questioni sulle masse dei pianeti e sulla forza di gravità. Concetti complessi di fisica. Jacob alza la mano e risponde alle domande, senza avere studiato prima. «Non vorrei sminuire nessuno, ma si trattava di domande facili» ricorda Jacob in un‘intervista recentemente rilasciata alla Bbc. Non ci volle molto per rendersi conto che quello che avevano di fronte non era un bambino con ritardo mentale, ma un genio della matematica che a 4 anni creava sequenze logiche con naturalezza, senza rendersene conto. «A me sembrava che non avessero alcun senso», ammette candidamente Jacob. E invece ce l’avevano.

TALENTO. La morale della storia la si può leggere nel libro scritto dalla madre: «Ogni bambino ha un dono naturale. È ovvio che non tutti coloro che soffrono di autismo sono dei geni, ma tutti però hanno una qualche forma di talento. Bisogna prestare attenzione all’educazione dei bambini, e fare in modo che i doni individuali vengano accettati e valorizzati per la loro eccezionalità invece che ridotti a uno schema». Lo conferma anche Jacob nel suo "Ted Talk" per la sezione "teen" sulla matematica quantistica. Il paragone con Einstein viene quasi immediato: anche il genio che ha rivoluzionato la fisica con la teoria della relatività soffriva di una forma di autismo, la sindrome di Asperger.

INFRADITO. Nel "Ted Talk" Jacob scherza, emozionato e indossando delle infradito: «Di tutto quello che mi hanno detto che non sarei stato in grado di fare, una cosa l’hanno indovinata: non riesco ad allacciarmi le scarpe, ecco perché oggi sono in ciabatte». Colpisce anche la raccomandazione finale ai suoi coetanei, che sembra uscita da un trattato di pedagogia di Maria Montessori: «Una cosa vi chiedo ragazzi, per oggi: per 24 ore, non imparate nulla. Scegliete una cosa che vi piaccia, una passione. E invece che studiare quella passione, siate la vostra passione. Magari finirete per creare qualcosa».

di Olga Mascolo

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