Autismo: una app dā una mano. Ma c'č tanto da fare

Gesti quotidiani. Come mettersi il pigiama. Lavarsi i denti. Andare a letto. Sequenze semplici che possono diventare difficili quando si comunica con un bambino autistico. Perché chi soffre di questa sindrome interagisce a senso unico. Ha difficoltà nella comunicazione verbale e nello stabilire relazioni con il prossimo. Ma se il bambino vede un'immagine comprende subito ciò che deve fare. Nasce così «Immaginario» di Finger Talks, una app per smartphone e tablet in grado di offrire una risposta efficace alle necessità di apprendimento e integrazione dell'infanzia con bisogni speciali. Dedicata a genitori, terapeuti e volontari ma anche strumento ideale per veicolare contenuti educativi. Immaginario è pensato innanzitutto per un uso pratico da parte dell'adulto. La app permette di scrivere per immagini e di pianificare visivamente il tempo, aiutando così il bambino nelle attività giornaliere o della settimana. I filoni sono due: da un lato una serie di proposte per l'infanzia con disturbi dello spettro autistico o non verbali con ritardo cognitivo (disponibile su app store a un prezzo decisamente accessibile: 14,99 euro). Dall'altro didattica e strumenti compensativi destinati ad alunni con disturbi specifici dell'apprendimento. Intanto lo scorso 2 aprile si è celebrata la giornata mondiale dell'autismo. Secondo stime recenti l'incidenza della sindrome è di uno su 100. In Lombardia ne sono affette 90 mila persone. «Fondamentale è la diagnosi precoce spiega Anna Curtarelli Bovi, presidente Angsa Lombardia . L'autismo non è una malattia mentale ma un disturbo della funzione celebrale di natura neurobiologica. Se presi in tempo questi bambini possono raggiungere un livello di quasi normalità. Nel 2011 sono uscite le linee guida approvate dall'Istituto superiore di Sanità. Andrebbero applicate ma poco è stato fatto. I servizi per l'autismo sono insufficienti ed inadeguati». Mentre New York, Parigi, Amsterdam, Varsavia, martedì 2 aprile si sono colorate di luci blu, in Italia il blu non viene nemmeno associato all'autismo. Basta questo a spiegare quanta strada ci sia da fare.

di Anna Maria Catano

info: http://www.fingertalks.it/

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