Convegno in Streaming. Autismo, ancora manca l'assistenza specialistica

RAVENNA. In occasione della sesta Giornata mondiale dell’Autismo, il 2 aprile, l’associazione Angsa Ravenna onlus ha organizzato una diretta in streaming nella sala consiliare del palazzo della Provincia, del convegno in programma a Roma “Autismo dal dire al fare: dalle risposte della comunità scientifica internazionale alle buone pratiche”, organizzato dalla Federazione Fantasia (che riunisce le tre associazioni nazionali Angsa, Autismo Italia e il Gruppo Asperger). «In passato - spiega Noemi Cornacchia, presidente di Angsa Ravenna e di Angsa Emilia Romagna - l’autismo non era riconosciuto come conseguenza di un danno biologico. Si pensava che la causa fosse di tipo psico-dinamico, da ricercare nel rapporto sbagliato genitori-figli. Sulla base di questa falsa ipotesi sono stati trattate nel mondo milioni di persone».
Lo stesso è accaduto anche a Noemi Cornacchia e al marito all’inizio degli anni ’90 «quando in tre anni abbiamo speso 18 milioni e mezzo di lire per interventi di psicoterapia rivelatisi inutili su nostro figlio, che ora ha 25 anni».Oggi la moderna neuroscienza ha sancito l’origine organica di questa malattia, stabilendo che non solo i genitori non hanno alcuna responsabilità nel determinare l’insorgere della malattia nel figlio, che in realtà può colpire chiunque, indipendentemente dalla condizione sociale e dall’origine etnica. Si parla di disturbi dello spettro autistico, che comprendono un ampio ventaglio di disabilità (autismo infantile, autismo atipico, sindrome di Asperger, sindrome di Rett e altre) che interferiscono nella capacità di interazione sociale, comunicazione, progettualità di chi ne è affetto.«Nel 2008 la Regione Emilia Romagna - prosegue la Cornacchia - ha approvato il Pria (Progetto regionale integrato autismo), rinnovato anche nel 2011-’14, grazie al quale a Ravenna per tre anni si sono susseguiti corsi di formazione per gli operatori, aperti alle famiglie, organizzati dal Coordinatore del programma, il dottor Franco Nardocci della Neuropsichiatria infantile dell’Ausl locale». Questo cambiamento è culminato in un convegno di approfondimento che si è svolto a Ravenna lo scorso 2012, mentre a livello nazionale l’Iss (Istituto superiore di sanità ) ha emanato nel novembre 2011 le linee guida per il trattamento dell’autismo, l’anno dopo la Conferenza Stato Regioni ha fissato le prime “Linee guida per la promozione e il miglioramento della qualità degli interventi assistenziali ai disturbi dello spettro autistico”.«In questa Ausl - prosegue - non si riesce ancora a soddisfare l’esigenza della popolazione e gli stessi operatori, malgrado la loro grande motivazione e disponibilità, sono assunti con contratti per il rinnovo dei quali si creano periodicamente vuoti temporanei del servizio, con grandi ripercussioni sui trattamenti psicoeducativi, già minimi».Inoltre, manca una presa in carico effettiva da parte dei servizi, anche a livello nazionale, delle persone affette da autismo con più di 18 anni, «che non sono neppure classificate come categoria nosografica e “perdono la diagnosi”, restando così abbandonate a una presa in carico sociale meramente assistenziale».Per i più piccoli le poche risorse consentono solo un intervento alla settimana per la fascia 0-6 anni, e una consulenza alla scuola dai 7 anni. «Per questa fascia d’età, come associazione siamo riusciti a organizzare alcuni cicli di interventi educativi su piccoli gruppi, ma molte famiglie suppliscono con interventi privati - conclude la presidente di Angsa -. Le nuove linee guida rendono però ineludibile un maggior impegno dei servizi, garantendo gli interventi minimi ai più piccoli, nonché una presa in carico specialistica per gli adulti, che ponga fine al carico sulle famiglie e assuma la regìa di progetti abilitativi in linea con gli approcci più aggiornati». Per informazioni sulla diretta streaming: info@angsaravenna.it; www.angsaravenna.it.

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