Il Terzo Settore č pronto a fare la sua parte

«E a dialogare con il futuro Parlamento e Governo – dichiara il nuovo portavoce del Forum del Terzo Settore Pietro Barbieri – su programmi orientati alla crescita economica sostenibile, che generino coesione, inclusione e opportunità di sviluppo per il nostro Paese». È incentrato su coesione e sicurezza sociale, equità, sviluppo e legislazione per il Terzo Settore, il documento elaborato dal Forum in vista delle elezioni politiche

In occasione delle prossime elezioni politiche, il Forum Nazionale del Terzo Settore ha sottoposto, in un ampio documento, le proprie proposte alle forze politiche in campo.
Sono quattro, sostanzialmente, gli assi portanti che, secondo il Forum, dovranno caratterizzare l’impegno politico del prossimo Parlamento e del Governo: coesione e sicurezza sociale; sviluppo; equità; legislazione per il Terzo Settore.
Accanto ad essi, vengono poi indicati alcuni princìpi che dovranno orientare la futura azione politica e che saranno utilizzati per valutare l’operato dei candidati alle prossime elezioni. In pratica, il Forum chiede a ciascun futuro Parlamentare di porsi di fronte ad ogni proposta legislativa domandosi se: la sua approvazione concorrerà a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione; ridurrà le disuguaglianze; aumenterà l’inclusione sociale; contribuirà alla lotta alla povertà e alle discriminazioni; promuoverà uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile; sarà equa dal punto di vista intergenerazionale; farà si che i giovani e le future generazioni possano stare meglio.
«In questo momento di crisi profonda per il Paese – dichiara il nuovo portavoce del Forum Pietro Barbieri – che produce pesanti effetti sul piano sociale, chiediamo che vengano rispettati questi princìpi, fondamento di una politica sana e responsabile».
Ma vediamo più nel dettaglio i contenuti dei quattro “assi portanti” più sopra indicati.

Coesione e sicurezza sociale
Vengono ritenute queste le precondizioni alla base di qualsiasi sviluppo. La crisi del sistema politico italiano è ormai evidente. Urge mettere in atto nuove forme di partecipazione democratica ed esperienze di cittadinanza attiva, in grado di ridurre la distanza tra i Cittadini e le Istituzioni e ridare nuova dignità e rappresentatività alla politica. Occorre quindi un nuovo patto di cittadinanza che costruisca Capitale sociale e Capitale istituzionale, di cui le formazioni sociali del Terzo Settore italiano rappresentano un solido esempio.
Accanto a questo, e di fronte al crescere dell’incertezza e dell’insicurezza sociale, il Forum del Terzo Settore chiede un maggiore investimento nelle politiche di welfare, che diano slancio alla crescita del nostro Paese e che rimettano al centro le persone, i diritti, la giustizia sociale.

Sviluppo
Il Terzo Settore ha in sé le capacità per contribuire alla crescita economica e garantire un modello di sviluppo equo, sostenibile, fondato sul principio della sussidiarietà, della solidarietà, sulla crescita qualitativa piuttosto che quantitativa, ancorato ai territori, fondato sulla responsabilità diffusa di Istituzioni, Imprese e Cittadini. Perché questo accada è però necessario un investimento nei “beni comuni”. Occorre quindi rimettere al centro la persona e le famiglie, l’educazione e l’economia reale, e promuovere economia civile secondo tre linee direttrici: un forte ancoramento europeista; il rilancio di un modello di sviluppo sociale fondato sull’educazione e sulla cultura; un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile ed ecologico.

Equità
In questi ultimi dieci anni il 10% più ricco della popolazione (circa 6 milioni di persone) è arrivato a detenere circa il 46% della ricchezza del Paese (stimata in oltre 8.000 miliardi di euro), evidenziando un aumento di oltre il 3%. Significa che quasi 250 miliardi di euro sono passati dai più poveri ai più ricchi.
Una distribuzione della ricchezza così disuguale deprime ancor più le possibilità di sviluppo del Paese. È necessaria, quindi, una riforma fiscale che riveda la distribuzione della spesa e della ricchezza, che riduca il carico sulle famiglie, che renda più efficace la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, che semplifichi e riqualifichi l’azione della Pubblica Amministrazione e che riveda la collocazione delle spese in bilancio, a partire da una riduzione delle spese militari e dell’acquisto di armamenti.

Legislazione per il Terzo Settore
Il contributo che il Terzo Settore sa garantire non può tuttavia prescindere dal riconoscimento del welfare come una delle grandi finalità dello Stato, e non come un “costo da tagliare” nei tempi di crisi. Questo è possibile a partire da alcuni obiettivi fondamentali e imprescindibili:
° la stabilizzazione del 5 per mille;
° il mantenimento dell’IVA per i servizi resi dalle cooperative sociali al 4%;
° la revisione dell’imposizione IMU per gli enti non commerciali;
° l’armonizzazione delle Leggi Nazionali e regionali sul Terzo Settore;
° l’istituzione di un organismo indipendente per il controllo e la promozione del Terzo Settore;
° la tutela della natura dell’impresa sociale;
° l’aggiornamento del Libro I del Codice Civile sul Terzo Settore;
° la puntualità nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione;
° la revisione e semplificazione della legislazione premiale per il non profit.

In conclusione, il mondo del Terzo Settore può e deve svolgere un ruolo importante nella ricostruzione economica, civile e morale del Paese. Grazie infatti alla sua vocazione civica e solidaristica, alla capacità di coinvolgere le persone, di costruire legami sociali, di leggere i bisogni e di costruire risposte concrete attraverso l’autorganizzazione delle persone, grazie inoltre al forte radicamento sociale, nei territori e nelle comunità, dove si manifestano sempre più le contraddizioni della crisi, ma anche dove si possono sperimentare modelli alternativi, esso rappresenta il vero “cemento della società” e una ricchezza al servizio del Paese.
«Continueremo a vigilare sulle politiche – dichiara ancora Barbieri -, come abbiamo sinora fatto, affinché alcuni princìpi per noi basilari, quali la giustizia sociale, la sussidiarietà, il benessere dei Cittadini, l’equità e lo sviluppo vengano garantiti e rispettati. Il Forum Nazionale del Terzo Settore, quale parte sociale riconosciuta, vuole poter giocare un ruolo determinante e chiede di avere una maggiore interlocuzione nei processi di definizione delle politiche e della loro effettiva implementazione».
«Siamo pronti a fare la nostra parte – conclude il Portavoce – e a dialogare con il futuro Parlamento e il futuro Governo su programmi orientati alla crescita economica sostenibile, che generino coesione, inclusione e opportunità di sviluppo per il nostro Paese». (A.M.)

Si veda anche il testo integrale del documento prodotto dal Forum Nazionale del Terzo Settore, in vista delle prossime elezioni politiche. Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it.

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