Arriva “Teseo”, un localizzatore sperimentato dall’AIPD a cura di Barbara Pianca

Sarà presto in commercio un localizzatore GPS di piccole dimensioni, che potrebbe positivamente risolvere il problema di quelle persone che a causa di diverse forme di disabilità si smarriscono e non trovano aiuto da parte di una popolazione spesso culturalmente impreparata. Il dispositivo si chiama “Teseo” ed è stato già positivamente sperimentato dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down)

Sembra poter trovare un interessante sviluppo la questione non certo nuova, ma emersa con grande visibilità qualche mese fa – di cui avevamo ampiamente riferito anche sul nostro giornale – dopo che un giovane con autismo era stato scambiato a Verona per uno spacciatore e sottoposto a sedazione e radiografia addominale, mettendo in luce il grave problema di quelle persone che a causa di diverse forme di disabilità, si smarriscono e non trovano aiuto da parte di una popolazione culturalmente impreparata. Padre infatti di una figlia con disabilità, un dipendente dell’ACI (Automobile Club d’Italia) si è reso conto che il dispositivo Teseo – offerto dall’ente per cui lavora e tramite il quale il proprietario di un’auto è in grado di localizzare la propria vettura nel caso venga rubata – avrebbe potuto tornargli utile per monitorare gli spostamenti della figlia. Ed è cominciato tutto così, da un’intuizione privata, con il tracker (localizzatore) Teseo che è diventato un’applicazione di utilità sociale. L’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) lo ha sperimentato e a breve verrà messo in commercio.

«Sono venuta a sapere da un responsabile dell’ACI – racconta Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD – che con il Comune di Roma stavano avviando un progetto per la sperimentazione di questo tracker per le persone affette da malattia di Alzheimer. Il problema della localizzazione delle persone con disabilità psichica o intellettiva è interessante e sentito soprattutto dai genitori. Già da un po’ seguivamo gli studi di diversi prototipi, ma erano piuttosto complessi da utilizzare. Quello che mi ha colpito di Teseo è il suo utilizzo immediato. E poi mi avevano assicurato che il suo costo sarebbe stato contenuto».

Come funziona? «Si tratta di un localizzatore GPS di piccole dimensioni. Al suo interno è dotato di una scheda SIM, come quella dei telefonini, grazie alla quale comunica con un apparecchio telefonico dedicato. Può venire programmato per inviare SMS a tre numeri di telefono preimpostati. Il genitore o il responsabile della persona con disabilità sceglie i numeri e a questi arriva un SMS con la posizione precisa del tracker, che viene lasciato addosso, nello zaino, nella borsa, in tasca, della persona con disabilità. Inoltre, se si invia un SMS al tracker, questo risponde al numero da cui l’ha ricevuto con un altro SMS in cui precisa la propria localizzazione».

Ma in che modo comunica le coordinate? «Tramite GSM. Anche questo è interessante, visto che di solito molti localizzatori funzionano con le mappe e quindi è necessario avere con sé un computer con le mappe. Qui invece le indicazioni stradali sono comunicate via SMS. È molto utile specialmente per persone che non sono in grado di parlare e sono in difficoltà nel chiedere aiuto se si perdono».

Qual è la funzione di un dispositivo come Teseo? «È una domanda importante perché la sua funzione può venire equivocata. Secondo l’AIPD non può sostituire il lavoro educativo con cui si insegna alla persona ad essere autonoma negli spostamenti, ma può aiutare chi ha paura a lasciare andare il figlio in giro da solo».

In che modo è stata fatta la sperimentazione? «Come accennavo all’inizio, la nostra Associazione si è inserita l’anno scorso nel Progetto Teseo avviato dall’ACI, insieme a due Municipi della Capitale, per i malati di Alzheimer. Abbiamo voluto verificare se l’apparecchio era di facile utilizzo, se i familiari lo apprezzavano e se poteva essere considerato di supporto all’attività dei nostri educatori, proponendolo all’interno dei nostri corsi di educazione all’autonomia. Abbiamo lavorato esattamente con otto ragazzi, consegnando il prototipo direttamente alle famiglie, e ora stiamo allargando la sperimentazione».

Che riscontri avete avuto? «Grande interesse da parte delle famiglie che hanno detto di sentirsi rassicurate».

La persona con disabilità dev’essere consapevole di avere Teseo con sé? «Sì, anche perché ha pure una funzione di SOS».

Diceva che il costo in commercio sarà contenuto. «Abbiamo siglato un protocollo con l’ACI per una reciproca consulenza da fornire ai clienti e loro ci hanno garantito un prezzo di favore. Nel nostro sito www.aipd.it ci sono tutti i dettagli dell’accordo. Il tracker verrà poi messo in vendita anche direttamente dall’ACI e il suo costo sarà più alto. Per le nostre famiglie, la nostra linea è quella di fornire loro una consulenza per l’utilizzo. Si può infatti anche utilizzarlo “male”, facendosi ad esempio inviare un SMS ogni cinque minuti».

Ci sono altri costi, oltre all’acquisto dell’apparecchio? «Bisogna aggiungere il costo della scheda SIM e il contratto per i messaggi con un gestore telefonico. Non ci sono altre spese, a differenza di altri localizzatori che richiedono anche un abbonamento alle mappe».

Teseo, dunque, verrà messo in commercio in queste prime settimane del 2013 e nei prossimi giorni pubblicheremo anche una nostra intervista con Vincenzo Pensa, direttore centrale dei sistemi informatici dell’ACI, che ci fornirà una serie di dettagli più tecnici per l’utilizzo del tracker.

Per ulteriori informazioni sulla sperimentazione con il localizzatore Teseo, di cui si parla nel presente servizio: aipd@aipd.it.

Condividi su Facebook