Censis, autismo: 24 ore a settimana di sostegno, ma al Sud solo 19

Censis, autismo: 24 ore a settimana di sostegno, ma al Sud solo 19 - Redattore Sociale del 08-02-2012

Dati disomogenei sul territorio nazionale: da 28,7 ore del Centro, a 19,1 di Sud e isole. Oltre 17 ore al giorno di assistenza e sorveglianza: nel 30% dei casi pesa sulla famiglia. Il 25,9% delle mamme lascia o perde il lavoro

ROMA. Quasi un terzo delle mamme di bambini e ragazzi autistici lascia o perde il lavoro: conseguenza del fatto che le oltre 17 ore di assistenza quotidiana che occorrono a queste persone pesano, in molti casi, solo sulla famiglia: è il quadro che emerge dall’indagine “dall’indagine “La dimensione nascosta delle disabilità”, realizzata dal Censis, con il supporto di Angsa, per la fondazione Serono e presentata questa mattina a Roma.

Sostegno scolastico. La maggior parte dei bambini e ragazzi autistici frequenta regolarmente la scuola e riceve in media 24 ore settimanali di sostegno da parte di personale pubblico (insegnante di sostegno, educatore del Comune, assistente alla comunicazione ed altri assistenti). Il dato è tuttavia molto disomogeneo sul territorio nazionale: dalle 28,7 ore del Centro si scende alle 19,1 del Sud e delle isole.

Assistenza e sorveglianza. In media sono 17,1 le ore di assistenza diretta (9,7) e sorveglianza (7,4) prestate alle persone autistiche cui si riferisce il campione. Per la precisione, 18,8 ore i bambini da 3 a 7 anni, 17,1 per i ragazzi dagli 8 ai 20 anni e 15 per quelli più adulti: un carico notevole, quindi, che non si alleggerisce molto col passare degli anni e che pesa soprattutto sulle famiglie: il 30,3% del campione riceve infatti assistenza solo da parenti e familiari, il 29,5% da personale privato, il 17% da personale pubblico, mentre il 35,2% non riceve assistenza. Le conseguenze del carico assistenziale si fanno sentire sopratutto per la madri, che nel 25,9% dei casi hanno lasciato o perso il lavoro, mentre nel 23,4% lo hanno ridotto

Dopo di noi. Per quanto riguarda il futuro dei figli quando i genitori non si potranno più occupare di loro, Complessivamente poco più di un terzo del campione (34,6%) indica di non pensarci, e di non avere in mente una soluzione. Il 29,8% pensa invece a una soluzione protetta o semi protetta di piccolo gruppo (il 45,6% tra gli adulti), mentre il 16% pensa a una vita autonoma o semi-autonoma e il 14,7% a una qualche forma di permanenza in famiglia.

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