Censis, le associazioni: "I servizi siano più integrati e interdisciplinari"

 Censis, le associazioni: "I servizi siano più integrati e interdisciplinari" - Redattore Sociale del 08-02-2012

E' quanto lamentano Angsa e Aism, le due più importanti organizzazioni italiane che si occupano di autismo e sclerosi multipla. Hanau (Angsa): "Più che chiedere maggiori risorse, chiediamo che le risorse che ci sono vengano impiegate meglio"

ROMA – Centralità della persona e della famiglia nella disabilità, ma dai servizi poca interdisciplinarità e integrazione. Sono questi gli aspetti più rilevanti che ha messo in evidenza la tavola rotonda tenutasi quest’oggi presso Palazzo Marini a Roma durante la presentazione dell’indagine “La dimensione nascosta delle disabilità” su sclerosi multipla e l’autismo realizzata dal Censis per la fondazione Serono con il supporto scientifico dell’Aism. Se da un lato la ricerca ha messo in evidenza come la famiglia e la centralità della persona siano i punti di riferimento per le due patologie, non mancano i lati oscuri. Primo fra tutti, secondo il presidente del Censis Giuseppe De Rita, quello della “sospensione” della diagnosi. “Passano due o tre anni – ha detto De Rita -, medici che cambiano, diagnosi dette e revocate che fanno sì che per un certo tempo il singolo non sappia ancora di essere malato. Con i nuovi mezzi a disposizione le diagnosi sarann! o sempre più precise, però oggi abbiamo mediamente tre anni di sospensione”.

Ma la lentezza della diagnosi non è che il primo dei problemi. Se la famiglia cerca di rispondere al meglio al bisogno di assistenza continua, dall’indagine è emerso che da parte dei servizi ci si aspetta un salto di qualità. Per quanto riguarda la sclerosi multipla, ha spiegato Mario Alberto Battaglia, dell’Aism, “i centri clinici di riferimento sono di fatto identificati dalla ricerca come il principale interlocutore per tutte le necessità di servizi, ma al tempo stesso la ricerca sottolinea come questi centri siano spesso soltanto erogatori di farmaco e non abbiamo quell’approccio interdisciplinare e l’iter dalla presa in carico fino all’assistenza ai più gravi non c’è o è solo parziale sul territorio”. Dallo studio, infatti, emerge chiaramente il bisogno di assistenza domiciliare, il bisogno di potenziare i centri, di riabilitazione e soprattutto di “una rete di servizi territoriali che dia la possibilità di promuovere ed attuare l’autonomia del! la persona nella vita quotidiana”. Altro aspetto importante, ha sottolineato Battaglia, è quello dell’inserimento lavorativo e del mantenimento del posto. “Un nodo che la ricerca ha evidenziato – ha affermato Battaglia -. Per i giovani, adulti e giovani adulti è fondamentale mantenere il lavoro andando oltre le difficoltà della malattia”.

Per quanto riguarda l’autismo, invece, a preoccupare i familiari è la continuità dei percorsi intrapresi. “Dalla ricerca emerge la carenza di servizi da parte del pubblico nel suo insieme – ha spiegato Carlo Hanau, dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici - e la carenza di integrazione. C’è una grande differenza tra l’inclusione globale che sembra esserci nella scuola e quel che succede una volta finita. Spesso si va a finire nei centri per gravi e di inclusione non se ne parla più. Più che chiedere maggiori risorse, chiediamo che le risorse che ci sono vengano impiegate meglio”. A lamentare una forte mancanza di risorse è stata Livia Turco, deputata del Pd e componente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. “Non possiamo lasciare il socio assistenziale così distrutto e abbandonato – ha affermato Turco -. Bisogna dare una scossa alla politica perché stanno chiudendo i servizi. Bisogna che il ministro Fornero capisca! che una grande emergenza del Paese sono i servizi sociali. Se non si comincia con il fondo per la non autosufficienza e se non si mettono un po’ di fondi per il fondo per le politiche sociali è il disastro”. Per Turco, poi, occorre intervenire anche sul Dopo di noi. “Ho presentato un disegno di legge da un anno – ha spiegato -, ha avuto il consenso anche delle altre forze politiche. Ora è ferma. Al ministro Fornero chiederemo se vuole stanziare un po’ di risorse anche per questa grande emergenza del Dopo di noi”. (ga)

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