Truffa ai ciechi, svolta nell’inchiesta

 TREVISO. Svolta a Treviso nell’inchiesta sulla maxi-truffa ai danni di ciechi e sordi. Sotto inchiesta, con l’accusa di abuso d’ufficio e di favoreggiamento, è finita anche l’ex funzionaria del settore Servizi Sociali della Provincia di Treviso Antonella Masullo, diventata quest’anno coordinatrice dell’Osservatorio Politiche Sociali in Regione e ora in servizio all’Usl 7 di Pieve di Soligo. La Procura ha chiuso le indagini sugli oltre 200 mila euro sottratti ai disabili trevigianinel periodo 2007-2010 e ha inserito il nome della funzionaria accanto a quello dell’indagata della prima ora: Paola Nicoli, presidentessa delle onlus Amidevi e Sphera con sede a Treviso, accusata fin dall’inizio di truffa. Le due donne, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili a diverso titolo e con diversi gradi di responsabilità del meccanismo che ha portato a sottrarre e a far sparire il denaro pubblico destinato ai disabili.

Tutto inizia nel gennaio 2011. A denunciare alla magistratura l’accaduto era stata la stessa Provincia. Il buco, accerterà poi la Procura, è di 217 mila 889 euro: soldi che l’ente pubblico ha elargito a ciechi e ai sordi di Amidevi e Sphera (un centinaio di persone) e che non sono mai arrivati a destinazione.

Il caso Nicoli-Masullo riporta fra l’altro in auge la polemica esplosa lo scorso inverno sui criteri con cui l’assessore regionale ai Servizi sociali Remo Sernagiotto, molto influente nel Pdl della Marca, ha formato il suo staff in Regione. Appena eletto, nel 2010, Sernagiotto portò subito con sé l’allora assessore provinciale ai Servizi sociali Barbara Trentin, mettendola a capo della propria segreteria regionale. Al posto della Trentin, in Provincia, Sernagiotto impose nella giunta provinciale il suo delfino politico, Alessio De Mitri. Sempre nel 2010, Sernagiotto portò nella propria segreteria Giada Presente, fidanzata di De Mitri. E a fine gennaio del 2011 Sernagiotto completò il quadro facendo trasferire in Regione come «distaccata» Antonella Masullo, allora funzionaria della Provincia di Treviso. Nulla di illecito, sia chiaro, in queste chiamate. Che però a Treviso come in Regione fanno discutere.

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