Asl senza soldi, addio al progetto autismo

GENOVA. Oggi non è solo la festa della Repubblica ma è anche la giornata nazionale dell´autismo, malattia insidiosa che isola dal mondo chi né è affetto e ne compromette l´autonomia. A Genova trascorrerà nel peggiore dei modi: l´unico progetto varato dalla Asl 3 va in soffitta.
«Una chiusura in sordina - spiega il presidente ligure dell´associazione nazionale genitori di soggetti autistici, Bruno Ghelardoni - Il progetto era partito nel 2009, dopo un parto complicatissimo, e non aveva mai avuto un organico pieno: era rappresentato da un solo medico, una dottoressa, con un contratto a tempo determinato». Il contratto è scaduto a maggio. Il medico in questione, gioco forza, esce di scena, e il progetto per l´autismo muore.
«In questi anni nonostante le scarse forze la dottoressa aveva contattato una trentina di famiglie, aveva cominciato a svolgere formazione verso gli insegnanti - spiega Ghelardoni - La Asl 3 ci ha spiegato che senza un sostegno della Regione non ce la fa più a sostenere il progetto ma mi chiedo: in Asl ci sono centinaia di medici, possibile che l´unico problema sia trovarne uno dedicato agli autistici?». Magari non l´unico, ma certo un problema che per l´ennesima volta nega assistenza e cure ad una malattia che è in progressivo aumento.
«Nella sola provincia di Genova i casi di autismo sono di poco sotto al migliaio, dunque non è neppure più una malattia rara - spiega il presidente dell´associazione dei familiari - Queste persone non riescono tutte a confluire sui servizi perché, proprio per la carenza cronica, non siamo neanche in grado di avere le diagnosi di autismo». Per i malati e le loro famiglie è un calvario fatto anche di spostamenti verso il Piemonte o addirittura il Veneto (ad esempio Verona) dove ci sono centri per l´autismo.
«In Liguria non è mai stato realizzato nessun centro specifico. la prossima settimana incontreremo la direzione della Asl 3 per capire quale è, dopo vent´anni, il progetto per l´autismo o se la risposta resta sempre la stessa: soldi non ce ne sono, ognuno si salvi come può», dice Ghelardoni. Spiega che le famiglie non chiedono tanto sostegni economici quanto servizi dedicati a questa malattia: «è inutile che diano provvigioni in soldi perché se non ci sono servizi, dove li spendi questi soldi?». L´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo: «non ci risponde».
Comunque oggi chi vorrà saperne di più su questa malattia potrà trovare in varie piazze i volontari dell´associazione Angsa, che distribuiranno materiale e offriranno piantine aromatiche: l´offerta è libera e il ricavato servirà per sostenere l´attività dell´associazione. I banchetti saranno allestiti in diverse piazze, dal porto antico a Punta Vagno in corso Italia, a Boccadasse e piazza San Lorenzo, e anche a Recco, Chiavari e Sori.

di Ava Zunino

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