Cimec, studio sull'autismo Dall'Europa 2,5 milioni di euro

ROVERETO. Grande riconoscimento europeo per il professor Giorgio Vallortigara, direttore vicario del Centro Mente/Cervello dell'Università degli Studi di Trento. Per il progetto «Meccanismi innati per l'orientamento sociale: un approccio neuro-cognitivo comparato» l'Erc ha stanziato 2,5 milioni di euro. Si tratta di un ambizioso progetto, che ha superato la severa selezione europea anche e soprattutto grazie alle notevoli competenze possedute dal professor Giorgio Vallortigara, come testimoniano le sue numerose pubblicazioni. Il finanziamento è stato assegnato dall'Erc (European Research Council-Consiglio europeo della ricerca), creato nel 2007 dall'Unione europea come parte del settimo programma quadro Ue per la ricerca scientifica (2007-2013). Il progetto, che gli ha valso il conferimento del prestigioso riconoscimento, riguarda lo studio dei meccanismi innati che sono alla base del comportamento sociale negli esseri umani e negli altri animali. Il contatto con i conspecifici appartiene al patrimonio innato dei vertebrati: «Come noi umani, anche gli altri vertebrati appena nati, o appena schiusi, prestano attenzione ai membri della propria specie e, osservandoli, apprendono da loro. Queste sono predisposizioni innate che, per quanto diffuse e di vitale importanza, sono ancora scarsamente conosciute. Studiarle e capirne le basi neurali, molecolari, genetiche e fisiologiche è cruciale se vogliamo comprendere lo sviluppo umano tipico e atipico» spiega il neuroscienziato, che ricorda come secondo alcuni ricercatori sia «proprio l'assenza di queste predisposizioni a contribuire all'autismo». L'obiettivo finale del progetto della durata complessiva di cinque anni è lo sviluppo di un dettagliato modello animale delle predisposizioni sociali dei vertebrati. I ricercatori, partendo dallo studio dei pulcini di pollo domestico, specie a sviluppo precoce, passeranno poi alle corrispettive misurazioni neurali e comportamentali nei neonati, anche quelli a rischio di autismo, disturbo per il quale non esiste attualmente un modello animale universalmente accettato. Gli obiettivi, in successione, sono di identificare nei pulcini i sistemi neurali che sono alla base delle note predisposizioni sociali e di studiarne le basi fisiologiche, genetiche e molecolari. Non solo: si vuole ricercare paralleli tra i comportamenti innati nei pulcini e nei neonati e studiare le strutture cerebrali attivate nei neonati dalla percezione di stimoli sociali per sviluppare un solido modello animale di autismo, studiando l'attaccamento sociale negli animali che non esprimono predisposizioni specifiche. L'uso dei pulcini come soggetti di studio può apparire singolare ma, come spiega Vallortigara, «la vicinanza filogenetica non è il criterio principale nella scelta di un animale modello nelle scienze biomediche, quanto piuttosto la natura del problema da indagare, come l'utilissimo moscerino della frutta insegna». Il professor Vallortigara, che dirige il Laboratorio di cognizione animale e neuroscienze al Cimec di Rovereto, si occupa delle funzioni del cervello e della sua evoluzione in varie specie animali. Grazie a questo importante finanziamento al gruppo che guida, che oggi conta due strutturati (un ricercatore e un tecnico) e cinque post-doc, si andranno ad aggiungere almeno altri sei, sette nuovi ricercatori, neurobiologi e psicologi dello sviluppo, che si occuperanno delle varie fasi della ricerca. Sarà anche possibile integrare le attrezzature già in dotazione al laboratorio. Un apporto non da poco che potrà aiutare la ricerca in questo delicato campo. Il centro ha già acquistato un'apparecchiatura per la spettroscopia nel vicino infrarosso, ossia una tecnica non invasiva che permette di osservare il cervello in azione e che viene utilizzata anche con i bambini di poche ore di vita.

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