Uniti contro i tagli: le richieste di Ledha a Governo, regione Lombardia, enti locali

 ROMA - Ripristinare i fondi sociali a partire da quello per la non autosufficienza perché “non si tratta di costi ma di investimenti nel futuro e nella crescita della società italiana”. Non aumentare le richieste nei confronti delle persone con disabilità, nei progetti di riforma sulla partecipazione alla spesa dei servizi sanitari (Isee). Definire, finalmente, i Livelli essenziali assistenziali (Lea) e quelli per l'assistenza sociale (Liveas). Sono le richieste che la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, avanza al governo. Ma anche Regione ed enti locali devono fare la propria parte: alla Regione Lombardia la Ledha chiede di compensare con proprie risorse i tagli ai fondi sociali e permettere ai Comuni di svolgere le proprie funzioni, ed evitare ripercussioni sul sistema dei servizi alla persona, già esposti a crescenti difficoltà. Inoltre, chiede di vincolare questa aggiunta di risorse per finanziare i progetti di vita indipendente e per attivare la presa in carico unitaria per i cittadini che afferiscono ai servizi socio assistenziali e socio sanitari. Inoltre chiede che si incrementi il finanziamento dei servizi sociosanitari sgravando di queste spese i Comuni e le famiglie, “superando la non più sostenibile divisione tra i servizi socio sanitari e quelli socio assistenziali”.

Ai Comuni l’organizzazione chiede di garantire i servizi e le prestazioni essenziali per la vita delle persone con disabilità e di “non derogare alla propria responsabilità di coordinatori delle politiche sociali nei confronti dei propri concittadini”. Con queste richieste, precise e urgenti, Ledha dà appuntamento per il giorno 13 giugno alle ore 11 a Milano, in piazza Duca d’Aosta, per una manifestazione all’insegna dello slogan “No ai tagli, sì alla vita indipendente e all'inclusione nella società”. “Nel 2012 i Comuni della Lombardia hanno 100 milioni di euro in meno da destinare alle politiche sociali – sottolinea Ledha in una nota -. Dal 2008 al 2011, il governo nazionale ha azzerato il fondo per la non autosufficienza e più che dimezzato il Fondo nazionale per le politiche sociali. Quest'anno la Regione Lombardia ha stanziato per le politiche sociali 40 milioni di Euro al posto dei 70 del 2011. Molti Comuni stanno iniziando a tagliare i servizi fino ad ora sostenuti da questi fondi: i primi interventi sacrificati sono quelli che riguardano il sostegno alla vita indipendente delle persone con disabilità, previsti dalla Legge 162/98 e in generale quelli di assistenza domiciliare. Si tratta di attività che permettevano a migliaia di persone di condurre, pur tra mille difficoltà, una vita dignitosa e con un buon livello di inclusione sociale e, in alcuni casi, lavorativa. Anche i servizi diurni e residenziali sono seriamente a rischio di esistenza, con la previsione di incremento delle rette a carico delle famiglie e dall'altro con blocchi delle liste di attesa per i servizi rientranti nei livelli essenziali di assistenza. I diritti fondamentali delle persone con disabilità sono messi oggi in discussione – prosegue Ledha -. Le loro condizioni materiali di vita stanno già peggiorando e molte famiglie si stanno chiedendo come faranno ad andare avanti. Invitiamo le persone con disabilità, i loro familiari, le associazioni, le organizzazioni di terzo settore e dei lavoratori ad aderire e partecipare alla mobilitazione del 23 giugno.

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