Autismo, i diritti negati dalla scuola e dai Comuni

CATANIA. All'indomani dell'avventura che ha visto protagonista un ragazzino autistico di Misterbianco fuggito da scuola e ritrovato a cinque chilometri di distanza su una strada statale, difficile non pensare a quale messaggio quel bambino, con difficoltà a relazionarsi con il mondo che lo circonda, ha voluto trasmettere. Per questo abbiamo voluto tentare un viaggio nel mondo dell'autismo, disturbo generalizzato dello sviluppo, cronico e irreversibile, che coinvolge soprattutto la sfera della comunicazione, dell'interazione sociale.
Secondo i dati forniti dal dott. Renato Scifo, neuropsichiatra infantile dell'unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Acireale e referente dell'Asp Catania per i servizi dedicati all'autismo, si hanno 10 casi di autismo ogni diecimila abitanti. I maschi sono colpiti quattro volte più frequentemente delle femmine con uno esordio del disturbo molto precoce. Per questo la legge prevede diagnosi precocissime, già a partire da un anno e mezzo-due anni di età. Il dott. Scifo con cui affrontiamo la difficile problematica esordisce sottolineando cosa deve esistere nel territorio a favore dei bambini autistici.
«Per legge devono esistere dei servizi dedicati specificatamente all'autismo - dice - Catania è l'unica provincia che ha iniziato per prima questo percorso nel 2005. Con decreto della Regione Sicilia del febbraio del 2007 esistono delle linee guida per l'organizzazione della rete assistenziale. L'Asp ha creato una squadra di operatori multidisciplinari - neuropsichiatri infantili, psicologi, pedagogisti, terapisti, assistenti sociali - che si dedicano alla presa incarico di questi soggetti, con tutta una serie di interventi psico-educativi. Solo in alcuni casi è anche necessario il supporto farmacologico».
La complessità della sindrome autistica, risulta difficile da affrontare per le famiglie e per le scuole.
«La nostra realtà scolastica non è peggiore rispetto al resto di Italia. Ma abbiamo delle criticità strutturali, come i sistematici tagli ministeriali alla figura dell'insegnante di sostegno, se il numero non è sufficiente si impedisce alle scuole di applicare la programmazione. Inoltre questi insegnanti spesso vengono trasferiti e al bambino viene negata la continuità».
Come vengono selezionati gli insegnanti di sostegno?
«Anche questa è un'altra criticità che è oggetto di una prossima riunione il prossimo 16 maggio tra i membri del tavolo tecnico specifico per l'autismo dell'assessorato regionale alla Sanità. Abbiamo all'ordine del giorno il necessario raccordo tra l'assessorato alla salute e la pubblica istruzione per un percorso di formazione degli insegnanti di sostegno che fino ad ora hanno una formazione generalista per tutte le forme di disabilità. Su questo l'assessorato si sta muovendo anche alla luce di provvedimenti della magistratura. In interveniamo inseguito ad una sentenza del Tar di Palermo dello scorso mese che ha "condannato" la regione Sicilia per il mancato adempimento di questo percorso di formazione degli insegnanti».
Altro problema riguarda poi le competenze dei Comuni.
«La legge dice che i bambini hanno diritto ad un assistente all'autonomia e alla comunicazione, persona specificatamente formata, selezionata e individuata dal Comune di residenza. I Comuni sono assolutamente inadempienti rispetto a tutto ciò».

Sonia Distefano

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