Il centro residenziale per autistici e' gia' un punto di riferimento

MEDEA. A poco più di un anno dall'inaugurazione, il Centro residenziale per l'autismo "San Giovanni da Matha" è diventato una struttura di riferimento in Friuli Venezia Giulia capace di dare una risposta di qualità alle persone adulte con patologie gravi di autismo attraverso un servizio innovativo e all'avanguardia. La struttura realizzata all'interno dell'Istituto Villa Santa Maria della Pace di Medea è stata finanziata dalla Regione e dai Padri Trinitari e ospita oggi 23 pazienti, di cui 21 residenziali tra i 15 e i 55 anni. Provengono quasi tutti dal Fvg, ma il Centro ha diverse richieste anche da fuori Regione ed in particolare da Puglia e Campania. Il Centro rappresenta la prima struttura che offre ospitalità a persone adulte con disturbi autistici. Per pre-adolescenti e adolescenti istituti del genere erano già operativi, ma ora, grazie a questo Centro, si può dare una risposta concreta anche alle persone adulte e soprattutto alle famiglie. «Il primo anno di operatività della struttura residenziale - sottolinea il rettore, padre Rocco Cosi - è stato per i pazienti il momento dell'inserimento e abbiamo dovuto adeguarci alle richieste personali di ogni singolo paziente e alla conoscenza delle famiglie, per capire con chiarezza la tipologia e le problematiche dell'utenza. Dopo la fase di inserimento ora l'obiettivo è quello di creare un tessuto ad hoc, entrando nel dettaglio delle richieste e delle necessità dei pazienti e delle famiglie, in modo che queste persone possano trovare un ambiente adatto e una loro autonomia». Il centro di Medea accompagna in un percorso, che di fatto dura tutta la vita, pazienti che soffrono di una sindrome comportamentale per loro di fortissimo impatto sociale. Un percorso di crescita e di miglioramento viene svolto anche grazie a tutti gli operatori, che si distinguono, oltre che per le loro capacità professionali, anche per le qualità umane. «Occorre fare il possibile per garantire una vita migliore a queste persone - spiega ancora padre Rocco - è in questo contesto saranno importanti le metodologie di intervento mirate a favorire l'autonomia dei pazienti».

di Marco Silvestri 

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