Nuovo Isee, tutti i dati del ministero: "Per i disabili e' piu' vantaggioso"

Il testo integrale del documento pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sulle dichiarazioni Isee elaborate nei primi tre mesi del 2015: in tre casi su quattro il nuovo Isee è più basso o uguale rispetto a quello che sarebbe stato calcolato con le vecchie regole.

ROMA. La "gran parte" delle persone con disabilità e delle loro famiglie che hanno richiesto la dichiarazione Isee in questo 2015 ha trovato "le nuove regole più vantaggiose" rispetto a quelle che era in vigore dodici mesi fa: il nuovo Isee insomma conviene, e conviene soprattutto alle persone con disabilità. E' questo il principale concetto che emerge dal documento pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e relativo ad un campione di 22 mila dichiarazioni Isee (il 2% del totale) richieste nei primi mesi dell'anno. Il quaderno "Tre mesi di nuovo Isee. Prime evidenze" fa il punto della situazione generale e poi si sofferma sulla situazione delle famiglie in cui è presente almeno una persone disabile, mettendo in evidenza - pur con alcuni distinguo - che il nuovo Isee è favorevole e neutro rispetto a quello precedente in tre casi su quattro. Per le famiglie con maggiori disponibilità economiche (oltre 30 mila euro di Isee) invece la presenza di disabili cresce.

Nel documento viene specificato, peraltro, che per particolarità tecniche legate allo strumento il vecchio Isee è anche sovrastimato rispetto a quello effettivo e che dunque i vantaggi reali dovrebbero essere perfino maggiori di quelli evidenziati nell'analisi. Un'analisi che arriva nel pieno di una polemica rovente sul tema fra il governo e alcune associazioni di persone disabili, anche in seguito alle sentenze del Tar del Lazio che - tuttora inapplicate - hanno bocciato l'Isee proprio relativamente alle nuove norme nei casi di disabilità. Ecco il testo integrale del quaderno del Ministero relativamente alla parte dedicata alle famiglie con persone disabili:

"Gli effetti della riforma sui nuclei di persone con disabilità o non autosufficienti sono molto diversi che sulla popolazione complessiva o sui nuclei con minori. Nel caso dei disabili, la distribuzione è visibilmente modificata per effetto dell'introduzione delle nuove regole, con l'azzeramento e la sostanziale riduzione dell'ISEE per una consistente quota della popolazione. Gli ISEE nulli passano infatti da un decimo a un quarto della popolazione, con un incremento di due volte e mezzo; sotto i 3.000 euro si concentra con le nuove regole circa il 44% dei nuclei con persona con disabilità a fronte del 29% che si sarebbe avuto con le vecchie regole. Viceversa per la parte più «ricca» della popolazione avviene il contrario: oltre i 30.000 euro di ISEE (dove oggi si concentra il 6,7% della popolazione) la quota di nuclei con persone con disabilità o non autosufficienti è circa il doppio con le nuove regole rispetto alle vecchie (con le quali sarebbe stata del 3,3%). Va comunque sottolineato che l'ISEE pre-riforma è qui sottostimato perché, per tutti coloro che hanno optato per un nucleo ristretto (operazione non possibile con le vecchie regole), il vecchio ISEE è calcolato su un nucleo familiare incompleto (si tratta del 16% dei nuclei con disabili nel I trimestre). Quindi i vantaggi (non solo nella parte bassa della distribuzione) legati all'introduzione delle nuove regole sono significativamente maggiori di quelli evidenziati nei dati. L'effetto sulla parte bassa della distribuzione dei redditi è chiaramente dovuto alle nuove modalità di calcolo in presenza di una persona con disabilità: non più una maggiorazione della scala di equivalenza, come accadeva prima, ma un sistema di franchigie e detrazioni di spese, operazione chiaramente più favorevole per i redditi bassi e che più che compensa l'inclusione dei trattamenti esenti prevista dal legislatore (tanto da azzerare l'ISEE a un quarto dei nuclei). L'effetto sulla parte alta della distribuzione è invece solo parzialmente dovuto al venir meno della maggiorazione della scala di equivalenza, dovendosi anche tener conto della diversa rilevanza del patrimonio, d'impatto significativo soprattutto per la popolazione anziana non autosufficiente.

L'effetto delle nuove regole è evidente anche sui movimenti nell'ordinamento. A trarre vantaggio dal nuovo ISEE è infatti quasi il doppio dei nuclei familiari che invece sarebbero favoriti dalle vecchie regole (58% vs. 31%). Rispetto alla popolazione complessiva, invece si riduce sensibilmente l'area di chi rimane stabile (uno su dieci). Quanto alle statistiche di sintesi, gli effetti distributivi prima commentati si manifestano chiaramente sulla mediana, che si riduce di quasi il 30%. La media invece cresce, poco meno che nella popolazione complessiva (+7,4%), ma sostanzialmente per effetto dei valori ISEE più elevati: infatti, considerando la media per i soli valori ISEE inferiori a 30.000 euro, l'incremento è dimezzato (+3,6%). Come già osservato, comunque, questi dati sottostimano significativamente l'ISEE calcolato con le vecchie regole, quando il nucleo ridotto non era possibile. Dato il significativo numero di queste dichiarazioni (il 16%) è presumibile che calcolando correttamente il vecchio ISEE osserveremmo con il passaggio al nuovo regime una riduzione nei valori medi oltre che mediani. Ma vi è pure un effetto patrimonio, anch'esso già commentato, che è di natura trasversale e indipendente dal mutamento delle regole relative alla disabilità, mutamento che qui possiamo evidenziare

Nell'analisi della nuova disciplina, gli effetti del diverso trattamento delle persone con disabilità possono essere isolati da quelli delle modifiche operate con riferimento alla componente patrimoniale - modifiche di natura generale e trasversale a tutti i gruppi di popolazione. Per far ciò è necessario confrontare il nuovo ISEE con un ISEE "ibrido" in cui la parte patrimoniale si calcola con le nuove regole (cioè si prende l'ISP vigente), mentre si calcola con le vecchie regole solo la parte reddituale (ISR pre-riforma) e la scala di equivalenza. Infatti, come già evidenziato, le modifiche nel nuovo ISEE con riferimento alle persone con disabilità non agiscono sui patrimoni, ma solo sui redditi (con l'introduzione dei trattamenti esenti, da un lato, e di franchigie e detrazioni di spesa, dall'altro) e sulla scala di equivalenza (con l'eliminazione della maggiorazione della scala di equivalenza, pari nella vecchia disciplina a 0,5). Resta comunque, in caso di nucleo ristretto, la sottostima anche dell'ISEE ibrido. Operando tale confronto, il favore della nuova disciplina è ora evidente in tutti gli indicatori. Non solo la mediana è sensibilmente inferiore (del 35%), ma anche il 3° quartile (il valore che separa il quarto di popolazione più ricco) si riduce di oltre il 5%. Si riduce anche la media (di quasi il 5%), in misura più accentuata se considerata per gli ISEE inferiori a 30.000 euro (-7,8%). Infine, il nuovo ISEE è più favorevole per due terzi dei nuclei di persone con disabilità ed è meno favorevole per meno di un quarto, un rapporto che è quasi di 3 a 1. Resta stabile circa il 12% dei nuclei".

 

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