Sui lavoratori autistici gli imprenditori italiani si devono muovere

Creare un milione di posti di lavoro per le persone con autismo. Non si tratta della bizzarra promessa del politico di turno, ma della mission di Specialisterne. ONG danese, leader mondiale per l’inserimento lavorativo degli autistici. Un traguardo da raggiungere attraverso l’impegno delle imprese e un cambiamento globale di mentalità. In base al quale le aziende non assumono più disabili solamente perché la legge impone loro delle quote, ma lo fanno perché li considerano portatori di specifiche qualità utili allo stesso business.

Secondo le analisi di alcuni esperti, nel mondo circa l’un percento della popolazione ha un qualche forma di disturbo dello spettro autistico. Questo equivale a 68 milioni di persone che soprattutto nel settore hi-tech possono fare la differenza. Come conferma in un’intervista a West Thorkil Sonne, fondatore di Specialisterne. L’organizzazione, nata originariamente in Danimarca, è oggi presente con il suo staff di consulenti che facilitano l’ingresso degli autistici nel mondo del lavoro in numerosi paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Spagna, Germania, Regno Unito, Polonia, Irlanda, Svizzera e tanti altri ancora.

Per l’esperienza maturata nel corso del tempo Specialisterne è stata contattata da colossi dell’informatica e del software del calibro di SAP e Microsoft. Nonché realtà più piccole come Auticon in Germania e Passwerk in Belgio. Che vengono supportate attraverso specifici training nel processo di inserimento di personale che presenta problemi dello spettro autistico. Una caratteristica che dona loro capacità straordinarie, sopratutto nel campo scientifico, che vanno dalla sorprendente abilità a conservare informazioni, all’attitudine di concentrarsi e di individuare problemi ed errori, nonché all’eccellente familiarità con numeri e codici.

Per Thorkil Sonne “negli Stati Uniti c’è una mentalità più aperta su questo tema. Tanto che sono le stesse imprese a chiedere il nostro supporto. Negli altri paesi, invece, è spesso Specialisterne a prendere l’iniziativa di contattare le aziende.”

Relativamente all’Italia Thorkil Sonne ammette che al momento “nessuna grande società ci ha chiesto di essere il loro partner di fiducia per aiutarli a inserire personale con autismo in posti di lavoro che ben si adattano al loro genere di business.” Ma si dice interessato ad avviare attività di formazione nel nostro Paese, anche attraverso il coinvolgimento di organizzazioni sociali e università. Non appena un’impresa nostrana si accorga finalmente del prezioso contributo che possono apportare alla propria azienda i lavoratori autistici.

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