Fermiamo la terapia-tortura dei bimbi autistici

Non si placano le polemiche in Francia sul “metodo packing”. Una presunta terapia per curare l’autismo infantile. Che, vietata Oltralpe nel 2012, continua sottobanco a essere prescritta da alcuni medici. Fondata su un approccio psicodinamico è nata a metà del Novecento come alternativa ai tradizionali trattamenti dei disturbi dello spettro autistico.

Il clou della pratica, come ha spiegato uno dei massimi esperti in materia lo psichiatra infantile Jean-Louis Goeb, consiste nell’avvolgere in lenzuola inzuppate di acqua gelida bambini nudi o in biancheria intima allo scopo di abbassare la loro temperatura corporea. Portandola a un livello tale da produrre una dissociazione tra mente e corpo necessaria per riportare sotto controllo anche i pazienti più ingestibili. Oltre che a catturare l’attenzione del bambino a partire da un breve circuito di dolore sensoriale.

Più che un trattamento, una tortura della durata di 45 minuti, ripetuto più volte alla settimana. Che, inevitabilmente, ha visto insorgere familiari, associazioni e professionisti, che denunciano il laissez-faire delle autorità governative nei confronti di chi continua a sostenere questa discutibile terapia.

Sotto accusa anche l’Haute Autorité de Santé d’Oltralpe che nel 2012 mise sì al bando il packing, ma autorizzò gli scienziati a continuare ricerche e sperimentazioni basate su questa pratica. Un’ambiguità che ha lasciato ampi margini di manovre a esperti e guru della teoria “delle lenzuola gelate”. Capaci di convincere non poche mamme e papà a sottoporre i propri figli autistici a trattamenti disumani, che celano i tanti buchi nell’acqua della comunità scientifica.

di Paola Battista

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