Cinema e Asperger, i ragazzi si raccontano

ROMA. Della sindrome di Asperger, si dice, avrebbero sofferto Michelangelo e Mozart, Newton e Darwin, Emily Dickinson e James Joyce, Einstein e Wittgenstein, il pianista Glenn Gould e lo scacchista Bobby Fischer. Questo disturbo pervasivo dello sviluppo, una forma di autismo ad alto funzionamento, è stato anche trattato nel cinema: da «Oltre il giardino» con Peter Sellers a «Snow Cake» con Sigourney Weaver, dal «Ragazzo selvaggio» di Truffaut all'«Enigma di Kaspar Hauser» di Herzog, da «Il mio nome è Khan» a «Molto forte, incredibilmente lontano». Fino alla hacker Lisbeth di «Millennium». Per «La solitudine dei numeri primi» il Gruppo Asperger è stato interpellato dal regista Saverio Costanzo e ha incontrato gli attori. L'As Film Festival, ideato e organizzato da ragazzi affetti da Asperger, si terrà il 15 e 16 novembre al Maxxi (via Guido Reni 4a, dalle ore 11). «Ragionevolmente differenti» è una vetrina non competitiva di giovani filmaker inglesi e francesi, tedeschi e olandesi, americani e africani. La rassegna «La voglia di fare l'amore» affronta i tabù della sessualità in una condizione autistica: così, in «The special need» di Carlo Zoratti, due giovani cercano con allegra dolcezza di aiutare un amico a soddisfare il proprio desiderio. Per la sezione «Punti di vista» una giuria di addetti ai lavori sceglierà il cortometraggio vincente fra una ventina di finalisti. Alcuni trattano l'approccio doppiamente difficile al mondo del lavoro: «Piccole scelte» di Nicola Roda e Antonio Laforgia su una ragazza che si occupa di un maneggio di cavalli e vive in una roulotte; «Piume» di Adriano Giotti sul dipendente di un'azienda alimentare che uccide polli; l'immigrato bengalese che gira con la videocamera in «Sexy shopping» di Adam Selo e Antonio Benedetto. Si vedranno la Sicilia in «Buongiorno, sig. Bellavista» di Alessandro Marinaro e la Taranto inquinata in «Thriller» di Giuseppe Marco Albano. «Margerita» di Alessandro Grande descrive un piccolo rom borseggiatore. «Chi fa Otello?» di David Fratini smaschera i pregiudizi: una compagnia teatrale mette in scena Shakespeare ma nessuno vuole interpretare il Moro.

di Pietro Lanzara

 

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