L’autismo spiegato a polizia e autisti: fa scuola il modello della Pennsylvania

Negli Stati Uniti, un video di formazione insegna ai poliziotti cos'è l'autismo; in Italia, l’associazione Rimini Autismo organizza corsi di formazione per vigili urbani e conducenti di bus. “Le persone autistiche spesso si perdono e il vigile deve saper offrire un servizio di supporto adeguato”

ROMA – Un video di oltre 20 minuti, purtroppo disponibile solo in inglese, per spiegare ai poliziotti come comportarsi quando hanno a che fare con un ragazzo autistico: l’iniziativa ha preso il via qualche mese fa a Pittsburgh, in Pennsylvania, dove il dipartimento di polizia della contea sta insegnando ai suoi uomini come approcciare questi ragazzi e, soprattutto, come evitare di mettere in atto comportamenti sbagliati, che potrebbero avere tragiche conseguenze: almeno in tre casi, negli ultimi anni, la polizia statunitense ha infatti sparato a ragazzi con autismo, per difendersi da comportamenti ritenuti pericolosi e incontrollabili, come riportano gli articoli di giornale che aprono il video dedicato al personale di polizia. Ed è per questo che si è ritenuto necessario aiutare i poliziotti a comprendere l’autismo, a riconoscerlo e a “trattarlo” nel modo più adeguato. 

nche in Italia, sta iniziando a circolare un’idea simile: la necessità di formare e istruire chi, nello svolgimento del proprio lavoro, può facilmente incontrare persone con autismo ed essere messo in difficoltà dai loro comportamenti. L’idea è di alcune famiglie di ragazzi autistici, che sanno bene quanta attenzione e quanta sensibilità richiedano i propri figli e per questo si impegnano in prima persona a diffondere conoscenze e competenze tra chi potrebbe incrociare i loro ragazzi. Così, il gruppo “Rimini Autismo”, che raccoglie centinaia di queste famiglie, sta ha iniziato a proporre iniziative di formazione rivolte a vigili urbani e autisti dell’autobus. Non siamo certamente di fronte a casi come quelli della Pennsylvania, in cui addirittura i poliziotti sparano a persone con autismo: però, piccoli problemi possono diventare grandi, quando una persona autistica incontra chi non sa comprendere le sue necessità. 

“Per questo vogliamo creare un territorio ‘autism friendly’, fatto di locali pubblici, alberghi e tutti servizi che si possono utilizzare, come autobus e vigili urbani – spiega Enrico Fantaguzzi, presidente dell’associazione – Così, all’interno del progetto ‘Autismo friendly beach’, abbiamo dato vita a queste due iniziative di formazione: la prima, rivolta a tutti i vigili urbani di Rimini, sarà avviata prima di Natale; la seconda, destinata ai conducenti degli autobus, tra febbraio e marzo. L’obiettivo è far capire, tramite famiglie e operatori della Asl, come occorre approcciarsi alle persone con autismo e cosa le famiglie si aspettano da un pubblico ufficiale, che in quel momento deve svolgere un servizio per loro”. 

Ma perché proprio vigili e autisti? Perché sono figure a cui spesso capita che queste famiglie chiedano aiuto. Più precisamente, “abbiamo pensato ai vigili perché le persone autistiche facilmente si perdono, sfuggendo rapidamente al controllo di chi le accompagna. Sapere che i vigili sono formati per riconoscere una persona autistica, parlare con lei, tranquillizzarla ed eventualmente affrontare comportamenti problematici, dà sicurezza alle famiglie e migliora la qualità della loro vita, che è il nostro obiettivo ultimo”. Per quanto riguarda gli autisti dell’autobus, “in questo caso pensiamo soprattutto a chi compie un percorso di autonomia, autistici ad alto funzionamento, soprattutto: sono loro che spesso utilizzano gli autobus e, in caso di un inconveniente anche molto piccolo, come una leggera deviazione del percorso possono entrare in crisi. Un autista formato saprà come affrontare il problema e tranquillizzare la persona autistica, evitando che il suo comportamento degeneri. Tutto ciò dà tranquillità alle famiglie e rende i servizi pubblici davvero ‘al servizio’ anche di chi ha maggiore difficoltà”. (cl)

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