Affettivitą' e sessualitą. Per le persone autistiche poche opportunitą' e rischi di abuso

Comportamenti sessuali, formazione degli operatori, solitudine delle famiglie. Se ne discute in queste ore durante un seminario a Roma organizzato da Angsa Lazio, Gruppo Asperger Lazio e Habitat per l'autismo. Laura Imbimbo: "Contenzione, la soluzione non è nei farmaci".

ROMA. C’è chi ha imparato a masturbarsi in privato sotto un lenzuolo di raso e chi chiede di farlo accanto ai genitori, chi dichiara di non volere avere niente a che fare con l’altro sesso e chi rifiuta senza mezzi termini di avere un rapporto fisico con un’altra persona che non preveda anche l’amore. Sono tanti i modi di vivere la sessualità e l’affettività per le persone che rientrano nello spettro autistico, ma una cosa è certa: la questione riguarda tutti, nessuno escluso. Lo sanno bene organizzazioni come Angsa Lazio, Gruppo Asperger Lazio e Habitat per l’autismo, che hanno promosso il seminario “Affettività e sessualità nello spettro autistico”, in corso in queste ore a Roma, presso l’Hotel Capannelle. “Si discute poco di questo argomento – afferma Laura Imbimbo, madre di un giovane con autismo di 25 anni e rappresentante del Gruppo Asperger Lazio –. Gli operatori non sono formati e le famiglie non sono preparate ad affrontare questo aspetto della vita di ognuno, vissuto in maniera disastrosa dalle persone con autismo. Un problema che per i maschi può essere quello della mancanza di opportunità legate al fatto di non essere considerati abbastanza attraenti e per le femmine quello di segno contrario: a volte c’è il rischio di essere eccessivamente disponibili, rischiando quindi di diventare vittime di abuso sessuale”. La risposta principale per la rappresentante di Gruppo Aspeger Lazio è dunque quella “di trovare i metodi educativi per arrivare alla realizzazione del sé in tutti gli aspetti, compresa la sfera affettiva e sessuale. I genitori non possono sempre “contenere”: la contenzione, magari attraverso i farmaci, è causa di infelicità”.

“Il supporto alla famiglia è fondamentale: l’emersione della sessualità fa parte dello sviluppo di ognuno, va capito come supportare la persona con autismo all’interno di questo percorso”, spiega lo psicologo e psicoterapeuta, Marco De Caris –. La masturbazione e il comportamento sessuale non è di per sé problematico ma può diventarlo quando avviene in pubblico, quando si accompagna ad autolesionismo, quando per modi e tempi interferisce troppo con la vita quotidiana”. Quanto a insegnare come fare a trovare il piacere: “Conosco molte famiglie che si sono rimboccate le maniche e si sono arrangiate da sole, ma lo hanno fatto perché intorno c’è il vuoto. È necessaria una seria educazione sessuale”, dice De Caris.

“Come distinguere la libera scelta dall’abuso per la persona autistica?” si chiede Flavia Caretto, psicologa, psicoterapeuta e presidente di CulturAutismo, una onlus di advocacy promossa da professionisti che lavorano con persone nello spettro autistico. “Alcune caratteristiche dell’autismo sono particolarmente ricercate da chi abusa – prosegue –. Non si tratta necessariamente della giovane età, ma di caratteristiche particolarmente frequenti tra le persone con autismo. Sono infatti persone che possono essere facilmente manipolate o intimidite. Spesso poi possono essere grate se gli si offre amicizia, perché non ne hanno abbastanza. E il predatore può auto imbrogliarsi pensando che la persona oggetto di abuso è consenziente. Per questo dobbiamo insegnare loro a scegliere e a rifiutare, ma anche quali sono le regole sociali e ad avere una maggiore autostima”, aggiunge. Una soluzione potrebbe quindi essere “l’uso normato di sistemi di videoregistrazione all’interno di luoghi in cui vengono seguite persone con autismo non verbale e dove possono avvenire abusi, tipo istituti assistenziali. In altri Paesi i genitori o i tutori possono visitare le strutture in qualunque ora del giorno e della notte. E questa è sicuramente una garanzia che da noi non esiste”. (Antonella Patete)


 

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