Jacopo, autistico, vuole andare a scuola. In tre giorni 10mila firme per aiutarlo

PADOVA. Un ragazzino autistico che chiede di andare a scuola, come tutti gli altri. E la battaglia di una mamma, inascoltata dalle istituzioni, che in tre giorni è riuscita a raccogliere diecimila firme per aiutare suo figlio. Jacopo Bregolato, 15 anni, di Padova, ama la natura, i fiori e i giardini. Gli piace occuparsi di piccoli incarichi, lavorare nell’orto, piantare semi lo tranquilizza, lo fa sentire bene. Jacopo è gravemente autistico e a causa della sua patologia soffre rumori, confusione, ambienti chiusi, situazioni nuove. Per Jacopo e la sua famiglia trovare il Centro di Formazione Professione Francesco d’Assisi di Cadoneghe, è stato il paradiso: classi di solo 8 ragazzi e attività all’aperto, a contatto con il verde, per imparare in relax a occuparsi di piante e fiori. Ma quello che sembrava un sogno è diventato presto un incubo. 

«Ci hanno fatto sapere che non era possibile affiancare a Jacopo un insegnante di sostegno per più di tre giorni alla settimana - racconta Laura Stecca, la mamma - . Così per gli altri tre giorni o lo tenevo a casa, ma lavoro, come avrei potuto? O dovevo pagare un educatore di accompagnamento che lo portasse in una Cooperativa nel Trevigiano. Un costo insostenibile per la nostra famiglia dove lavoro soltanto io (e part time)». Così è iniziata la peregrinazione di mamma Laura tra le varie istituzioni che avrebbero dovuto occuparsi del caso: Regione, Comune di Padova, Ministero dell’Istruzione, Usl 16. Perchè il Centro Francesco d'Assisi dipende dalla Regione e non dal Ministero dell'Istruzione, quindi non essendo scuola Statale non può avere un educatore di sostegno. «C’è stato solo un rimpallarsi il problema - rivela - . Alla fine mi è stato comunicato che Jacopo dovrà frequentare il liceo per Geometri Boaga, sempre a Cadoneghe, in cui, visto che è una scuola statale, potrà avere un insegnante di sostegno tutti i giorni. Peccato che il Boaga sia una scuola con classi di 25 ragazzi, con materie scientifiche molto complesse, in cui Jacopo finirebbe per essere solo parcheggiato sei ore al giorno, chiuso in una classe tra rumore, confusione, costretto a stare fermo e seduto. Una situazione inconciliabile con la sua patologia, soffrirebbe moltissimo, esploderebbe in crisi di urla e violenza pericolose per sè e per gli altri». 

La denuncia di mamma Laura è stata ignorata dalle istituzioni, ma non dal popolo della Rete. La petizione da firmare «per permettere a Jacopo, ragazzo autistico, di frequentare la propria scuola», messa online è stata firmata in tre giorni da quasi diecimila persone. Adesso tutte quelle firme Laura vuole consegnarle all’assessore regionale ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto, all’assessore comunale di Padova Fabio Verlato, all’assessore regionale Elena Donazzan che si occupa di Formazione e Lavoro, ad Arianna Gionimi del Servizio Integrazione Scolastica dell’Ussl 16 e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. «Spero che qualcuno mi ascolti - dice Laura Stecca - . Sono separata, vivo da sola con Jacopo e l’altro mio figlio, andiamo avanti solo con il mio stipendio. Chiedo che a mio figlio sia data l’opportunità di passare le ore scolastiche in un ambiente in cui si sente bene. Non è possibile inserirlo in un liceo per geometri, dove non capirebbe nulla di ciò che viene detto e resterebbe lì parcheggiato, a soffrire. Purtroppo se per i bambini autistici c’è ancora tutela, gli adolescenti vengono abbandonati a sè stessi, proprio nell’età più difficile».

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