Disabili a rischio poverta', dal Forum europeo le richieste all'UE

ROMA. Il 40% delle persone con grave disabilità e il 25% di tutte le persone disabili, nell’Unione europea, sono a rischio povertà. Appena il 45% ha un lavoro, il 22% degli studenti disabili abbandona gli studi (con punte del 45% in alcuni paesi) e l’11% delle persone gravemente disabili affronta privazioni materiali e non è in grado di provvedere alle proprie spese, non può permettersi pasti adeguati con carne o pesce e non possiede un telefono: sono alcune delle cifre ricordate dall’European disability forum (Edf), nella Risoluzione adottata ieri, a conclusione dell’Assemblea annuale che si è svolta a Zagabria, in presenza di oltre 200 partecipanti da tutti i paesi europei. Dal confronto di due giorni, è emersa una generale preoccupazione per l’impatto della crisi economica sulla capacità dei movimenti dei disabili europei di partecipare alla vita sociale.

Alla luce di quanto evidenziato, il forum chiede con urgenza che le istituzioni dell’Unione europea e i singoli governi assicurino “azioni in supporto di un dialogo civile inclusivo, a cui le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità possano effettivamente partecipare”, come previsto dalla Convenzione Onu.

In particolare, agli stati membri si chiede di “non tagliare i benefici economici destinati alle persone disabili, i servizi di base e sanitari, i programmi educativi e formativi”, di “assicurare che i meccanismi di finanziamento, così come i programmi nazionali per la partecipazione della società civile, le raccolte fondi e i contributi pubblici e privati siano estesi all’inclsuioine sociale delle persone con disabilità”. Si chiede inoltre di garantire che “i meccanismi di finanziamento esistenti non siano utilizzati per il consolidamento fiscale delle casse dello Stato”e di supportare le organizzazioni nazionali, regionali e locali delle persone con disabilità “, assicurando adeguate risorse allo svolgimento delle loro attività e funzioni.

All’Unione Europea, il Forum chiede soprattutto di “assicurare la partecipazione delle organizzazioni delle persone con disabilità al Semestre europeo, attraverso la valutazione delle politiche nazionali e lo sviluppo di specifiche raccomandazioni per i singoli Stati” e di garantire che sia rispettato l’articolo 6 del Fondo sociale europeo, che prevede il supporto economico alle organizzazioni delle persone disabili nell’ambito dei programmi dei fondi strutturali europei. “Gli europei con disabilità sono pronti a contribuire con la propria conoscenza e la propria capacità – conclude il Forum – Hanno bisogno di un chiaro supporto da parte dell’Ue e dei suoi stati membri”.

 

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